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Quando Ari Aster ha varcato il palco del Festival di Cannes con il suo nuovo film, Eddington, l’aria era carica di aspettativa. Il regista di Midsommar non delude mai, e questa volta ha portato con sé un cast d’eccezione: Pedro Pascal, Joaquin Phoenix, Emma Stone e molti altri. La storia, ambientata in una cittadina fittizia del New Mexico nel maggio 2020, mette in luce le tensioni tra lo sceriffo e il sindaco, un dramma che scaturisce in piena pandemia.
Il contesto di Eddington
Eddington non è solo un film; è un riflesso di un periodo difficile, un viaggio attraverso la paura e l’ansia che molti di noi hanno provato durante il lockdown. Aster ha spiegato che l’idea per il film è emersa proprio in quel contesto di isolamento sociale, dove le verità comuni iniziavano a svanire e l’individualismo sembrava prevalere. “Ho scritto questo film in uno stato di paura e ansia nei confronti del mondo”, ha dichiarato. La narrazione si muove tra la fragilità dei legami umani e l’irrazionalità che può scaturire da una società in crisi.
I protagonisti e il loro coinvolgimento
Il cast ha condiviso le proprie esperienze sul set, rivelando quanto fosse profondo il loro legame con i personaggi. Pedro Pascal, che interpreta il sindaco, ha descritto il film come una sorta di spia sulla società contemporanea. “Mi è sembrato come se avessimo un informatore che ci racconta cosa sta succedendo”, ha affermato, sottolineando l’impatto emotivo che ha avuto alla sua prima visione. E quando si tratta di Ari Aster, l’idea di un regista che riesce a rendere umani i suoi personaggi è fondamentale. Emma Stone, che interpreta Louise, ha parlato della sua gioia nel lavorare con Aster, definendolo uno dei più grandi registi contemporanei. La sua interpretazione di Louise, una figura quasi spettrale intrappolata nel suo stesso matrimonio, è stata una sfida che ha richiesto un’approfondita riflessione su traumi e vulnerabilità.
Un tema attuale e universale
Ma che dire di Joaquin Phoenix? Già noto per il suo lavoro in Beau ha paura, ha espresso il suo apprezzamento per la capacità di Aster di immergersi nel mondo emotivo dei suoi attori. “Ci sono state volte in cui mi perdevo, e lui veniva da me per discutere e trovare soluzioni”, ha raccontato, evidenziando l’approccio collaborativo e profondo del regista. Phoenix ha descritto il suo personaggio come una persona che cerca disperatamente connessioni umane in un periodo di isolamento, un tema che risuona con molti di noi.
Le riflessioni di Aster sulla società
La conferenza si è poi spostata su argomenti più ampi, con Aster che ha espresso preoccupazione per la situazione attuale negli Stati Uniti. Ha definito l’era di Trump un “esperimento fallito”, un momento in cui il caos sembra regnare sovrano. “È chiaro che ci troviamo in una strada pericolosa e che stiamo vivendo un esperimento che non sta funzionando”, ha detto, lasciando intendere che Eddington non è solo un film, ma una riflessione sullo stato della nostra società. “Quando le persone sono isolate e vivono nelle proprie realtà, si crea un conflitto che amplifica paure e paranoie”, ha concluso, con una nota di apprensione.
Un’uscita attesa
Con la sua uscita prevista per il prossimo autunno in Italia, distribuito da I Wonder Pictures, Eddington promette di lasciare un segno indelebile. Non vedo l’ora di immergermi in questa storia che, come molti sanno, parla del nostro presente e delle nostre paure, ma lo fa attraverso l’obiettivo unico di Ari Aster. La conferenza al Festival di Cannes ha confermato che questo film non è solo un’altra pellicola, ma un’esperienza cinematografica che invita alla riflessione e al dibattito.