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In un sorprendente twist della sua carriera, Yaguchi Shinobu, noto per le sue commedie brillanti come “Waterboys” e “Survival Family”, si cimenta nel genere horror con il suo ultimo film “Dollhouse”, presentato alla 27a edizione del Far East Film Festival. Questa pellicola segna un’evoluzione significativa per il regista, che ha trascorso oltre trent’anni a narrare storie di risate e vita quotidiana. “Dollhouse” non è solo un horror; è un’esplorazione profonda della perdita, del dolore e della follia umana, il tutto incapsulato in una narrazione avvincente che tiene lo spettatore col fiato sospeso.
La trama di Dollhouse
Il film racconta la storia di Yoshie e Tadahiko, una coppia che affronta la tragica perdita della loro figlia Mei, morta in un incidente domestico. La disperazione di Yoshie la porta a cercare conforto in una bambola che assomiglia a Mei, trovata in un mercatino dell’antiquariato. Questa bambola diventa un surrogato emotivo per Yoshie, che inizia a prendersene cura come se fosse realmente la sua figlia perduta. Il marito Tadahiko, comprendendo la funzione terapeutica che la bambola esercita su di lei, decide di assecondarla. Con il tempo, la coppia ha una nuova figlia, Mai, che riporta la serenità nella loro vita. Tuttavia, la bambola, rinchiusa in un armadio, si risveglia dal suo oblio, pronta a vendicarsi e a reclamare l’attenzione che una volta aveva.
Temi e ispirazioni
Yaguchi Shinobu ha dichiarato di essere stato ispirato da un manga intitolato “La mia bambola è una bella bambola” e dalle storie di kaidan, opere teatrali giapponesi di terrore. Questa fusione di influenze ha dato vita a un film che non solo fa paura, ma esplora anche le complessità delle emozioni umane. La presenza della bambola, Aya, realizzata con una cura maniacale per i dettagli, diventa il simbolo della perdita e del desiderio di un legame che trascende la morte. Attraverso il suo utilizzo, il regista riesce a instillare un senso di inquietudine che pervade l’intero film, mantenendo alta l’attenzione dello spettatore.
La realizzazione della bambola
Aya-chan, la bambola protagonista, è stata creata appositamente per il film. Yaguchi ha voluto un oggetto che non solo somigliasse alla giovane Mei, ma che fosse anche inquietante nella sua realistica espressività. La bambola è realizzata in scala reale, utilizzando capelli, unghie e denti umani, per garantire un livello di realismo che la rende quasi viva. Questa scelta non è solo estetica, ma serve anche a rafforzare il legame emotivo tra i personaggi e la loro esperienza di perdita. La bambola non è solo un oggetto; rappresenta la sofferenza e l’ossessione di una madre, portando a un crescendo di tensione che culmina in momenti di puro terrore.
Il ruolo della musica e della tensione
Un aspetto fondamentale di “Dollhouse” è la colonna sonora, realizzata appositamente per il film. Yaguchi ha collaborato con musicisti per creare un’atmosfera sonora che potesse accompagnare le immagini e il mood del film. La musica gioca un ruolo chiave nel costruire la tensione, con brani che variano a seconda delle scene, contribuendo a creare un’atmosfera di inquietudine. I jumpscares, ben posizionati, colpiscono lo spettatore, ma è l’insieme di elementi visivi e sonori a rendere l’esperienza cinematografica coinvolgente e memorabile. Yaguchi ha saputo bilanciare abilmente il dramma e l’horror, portando il pubblico a vivere un’esperienza emotiva ricca di sfumature.
Un cambio di rotta sorprendente
La transizione di Yaguchi da commedie a horror è stata accolto con curiosità. Durante le proiezioni, sono emersi momenti di risata involontaria, a dimostrazione che il regista ha saputo mantenere la sua impronta unica anche in un genere diverso. Nonostante ciò, Yaguchi sottolinea che non era sua intenzione inserire elementi comici nel film. La scoperta di queste reazioni nel pubblico lo ha sorpreso, ma ha anche dimostrato che, in fondo, la vita è fatta di contrasti, e che l’horror può coesistere con momenti di leggerezza, anche se inaspettati. Con “Dollhouse”, Yaguchi Shinobu non solo ha ampliato il suo repertorio, ma ha anche dimostrato di essere un narratore versatile e innovativo, capace di affrontare temi complessi con profondità e originalità.