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Un incontro con Leandro Picarella
Il 11 ottobre, nell’ambito della rassegna Docusfera 2024, il regista Leandro Picarella ha presentato il suo lavoro al pubblico. La rassegna, che si svolgerà dall’8 al 10 novembre, offre una panoramica sulle nuove visioni del documentario italiano. Picarella, noto per i suoi film “Divinazioni” e “Segnali di vita”, ha condiviso il suo approccio unico alla narrazione documentaristica, che si colloca tra la testimonianza del reale e la finzione creativa.
Il dualismo di “Divinazioni”
“Divinazioni” è un’opera divisa in due capitoli: il primo si concentra sulla natura umana, mentre il secondo esplora il tema della purificazione. La prima parte del film presenta una struttura documentaria, ma con elementi ricostruiti che sfidano la concezione tradizionale di realtà. Al contrario, la seconda parte si avvicina al cinema sperimentale, permettendo una maggiore libertà espressiva. Picarella sostiene che la verità delle immagini è fondamentale e che un’opera non deve semplicemente riprodurre la realtà, ma evocare emozioni e riflessioni.
Il mondo della cartomanzia
Nel suo film “Segnali di vita”, Picarella si immerge nel mondo della cartomanzia, raccontando la storia di Achille Sidoti, noto come Mago Atanus. Attraverso gli incontri ricostruiti con i clienti, il regista esplora il bisogno umano di cercare risposte, anche in modi irrazionali. La narrazione si intreccia con riferimenti a testi antichi, come quelli di Empedocle, mescolando passato e presente. Picarella evidenzia come questi desideri di conoscenza e comprensione siano ancora attuali, nonostante le trasformazioni della società.
Un approccio intimo e riflessivo
Picarella si distingue per il suo stile di regia, che privilegia l’intimità e la spontaneità. Utilizzando inquadrature lontane dai soggetti, riesce a catturare momenti autentici e confessioni inaspettate. La sua scelta di non essere invasivo permette di creare un’atmosfera di fiducia, dove le storie possono emergere naturalmente. Nonostante la sua collaborazione con Franco Maresco, Picarella non cerca il grottesco, ma piuttosto un dialogo sincero con la vita e le sue complessità. La sua visione del cinema è quella di un’esperienza che invita alla riflessione, senza mai perdere di vista la bellezza dell’esistenza.