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Il film Il giorno dei morti viventi di George A. Romero ha avuto un impatto duraturo nel panorama del cinema horror, ma pochi conoscono la complessità delle sue origini. Nel saggio di Bill Krohn, intitolato Tredici modi di guardare uno zombi, emerge un mondo di stesure diverse, alcune delle quali sono rimaste sconosciute fino ad ora.
Krohn fa riferimento a una versione della sceneggiatura datata 1982 che presenta significative differenze rispetto a quella poi realizzata.
Paul R. Gagne, nel suo trattato sul cinema di Romero, ha già accennato a queste varianti, suggerendo che ci siano almeno cinque versioni diverse del copione. La sceneggiatura iniziale, secondo Krohn, inizia con la descrizione di una Florida deserta, infestata da alligatori, e seguita dall’apparizione di uno zombi iconico, noto come Doctor Tongue, che rappresenta l’avanzata dell’apocalisse.
Le diverse versioni della sceneggiatura
Il racconto di Krohn si apre con il gruppo di protagonisti, composto da Tony, Chico, Miguel, Maria e Sarah, che, alla ricerca di sopravvissuti, si imbatte in una nave di predoni. Qui si scatena un conflitto che culmina in un evento drammatico: Sarah, per salvare Miguel, si ritrova costretta ad amputargli un braccio attaccato da uno zombi.
La trasformazione dell’isola tropicale
Dopo una serie di eventi drammatici, il gruppo approda su un’isola tropicale, Gasparilla, dove i militari e gli scienziati cercano di trovare una nuova forma di coesistenza con gli zombi.
Questi ultimi vengono addestrati per non attaccare chi indossa uniformi con un cerchio arancione, in un tentativo di instaurare una gerarchia tra i morti viventi e gli umani. Tuttavia, l’isola, descritta come un luogo ricoperto da una giungla insidiosa, diventa un microcosmo della società post-apocalittica.
La versione riassunta da Krohn mette in luce una società distopica, con zombi che indossano uniformi e che rappresentano diversi livelli di aggressività. I sopravvissuti si rifugiano in un bunker sotterraneo, mentre il mondo di sopra si trasforma in un luogo di violenza e disperazione, simile a un campo di concentramento. Qui, la figura di Dickerson, un ex governatore, vive nel lusso mentre i suoi concittadini lottano per la sopravvivenza.
Personaggi e dinamiche di potere
Tra i protagonisti troviamo Toby Tyler, un soldato che, insieme a un amico, si ribella contro le ingiustizie perpetrate dal capitano Rhodes, un personaggio che incarna la follia e la brutalità del potere militare. La tensione cresce quando Rhodes decide di sacrificare i suoi uomini per salvare gli zombi, mostrando così il suo desiderio di controllare gli undead.
La ribellione e il caos finale
La storia si complica ulteriormente con l’introduzione di Mary Henreid, una scienziata che cerca di educare gli zombi a nutrirsi di carne di alligatore. La sua figura diventa centrale nelle varie stesure, evidenziando la lotta tra scienza e istinto di sopravvivenza. Un altro personaggio chiave è John, che guida un movimento di ribellione contro Dickerson, portando a un climax di violenza quando il bunker viene invaso dagli zombi. La ribellione culmina in una battaglia finale in cui i protagonisti affrontano le loro paure e l’ormai ineluttabile destino.
Nelle versioni più tarde, Romero ha dovuto fare scelte difficili riguardo ai personaggi e alle situazioni, riducendo il numero degli zombi intelligenti a uno solo, Bub, e semplificando la trama. Tuttavia, alcuni temi e personaggi sono stati ripresi in opere successive, come in La Terra dei morti viventi, dove il regista ha potuto esplorare idee che erano state abbandonate in precedenza.
L’eredità de Il giorno dei morti viventi si estende ben oltre il film stesso, toccando temi di potere, controllo e la fragilità della civiltà umana. La varietà delle stesure della sceneggiatura offre uno sguardo affascinante sul processo creativo di Romero e sulla sua visione di un futuro post-apocalittico, ricco di conflitti e speranze.