Incontro con il regista Daihachi Yoshida al Far East Film Festival 2025

Un viaggio nel mondo onirico di Teki Cometh attraverso le parole del regista giapponese Daihachi Yoshida.

Un’intervista esclusiva al regista Daihachi Yoshida

In occasione della 27ª edizione del Far East Film Festival 2025, abbiamo avuto l’opportunità di incontrare il talentuoso regista giapponese Daihachi Yoshida. Durante l’intervista, abbiamo esplorato il suo ultimo film, Teki Cometh, e come le tematiche del sogno e dell’esistenza si intrecciano nella sua narrazione. Questo non è solo un film, ma un’esperienza che sfida le convenzioni cinematografiche e invita lo spettatore a riflettere sulla propria realtà.

Il viaggio nel sogno di Teki Cometh

Yoshida ha spiegato che nel suo nono lungometraggio, le linee tra realtà e sogno diventano sempre più sfumate. La storia si concentra su Gisuke Watanabe, un ex professore di letteratura francese, la cui vita si trova in una spirale di crisi esistenziale. Il regista ha sottolineato come il sogno giochi un ruolo cruciale nel percorso di Watanabe, permettendo al protagonista di affrontare le sue paure e le sue frustrazioni. Teki Cometh è, quindi, un viaggio all’interno della mente di un uomo che tenta di ricostruire il proprio passato e dare un senso a un’esistenza che sembra priva di significato.

Una riflessione sulla condizione umana

Durante il nostro dialogo, Yoshida ha evidenziato l’importanza delle derive patologico-paranoiche nel film. Il protagonista vive un’esistenza monotona, ripetendo le stesse azioni ogni giorno per mantenere il controllo. Tuttavia, è solo attraverso i sogni che Watanabe riesce a confrontarsi con le sue fragilità. Il sogno diventa un stabilizzante psicologico, un luogo in cui l’individuo può esplorare le proprie ansie e desideri in un contesto privo di limiti.

Il linguaggio del sogno e della paranoia

Yoshida ha descritto come la paranoia e l’immaginazione si intrecciano nella trama. Nella prima parte del film, il tono è realistico e ancorato alla quotidianità. Tuttavia, man mano che la narrazione avanza, emergono elementi onirici che riflettono la crisi interiore di Watanabe. La presenza della moglie defunta, ad esempio, diventa un simbolo di un passato irrecuperabile e di dialoghi mai conclusi. Questa dualità tra presente e passato si manifesta in un conflitto emotivo che porta Watanabe a fronteggiare la verità della sua vita.

Un’esperienza cinematografica unica

Il regista ha concluso il nostro incontro con una riflessione sull’importanza del sogno nel cinema. Per Yoshida, il sogno offre una libertà creativa unica, permettendo di rappresentare emozioni e stati d’animo in modi che la realtà non consente. Teki Cometh non è solo un film da vedere, ma un’esperienza profonda che invita gli spettatori a esaminare le proprie vite e a trovare significato in ciò che spesso sembra sfuggente.

La presentazione di Teki Cometh al Far East Film Festival si è rivelata un’ottima opportunità per immergersi nel mondo complesso e affascinante di Daihachi Yoshida. Con il suo approccio innovativo e la sua capacità di affrontare tematiche profonde, Yoshida continua a dimostrarsi uno dei registi più interessanti della scena cinematografica contemporanea.

Scritto da Staff

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