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C’è qualcosa di irresistibile nell’assistere a una commedia che sa prendere in giro le proprie contraddizioni, e ‘CANNES78’ di Michael Angelo Covino e Kyle Marvin riesce a farlo in modo magistrale. La loro nuova pellicola, presentata al festival di Cannes, si tuffa a capofitto nella tradizione demenziale americana, costruendo una comicità che si alimenta di situazioni paradossali e dialoghi esilaranti. Con una dose abbondante di nonsense, il duo ci regala un affresco surreale delle relazioni moderne, in particolare delle famigerate coppie aperte.
Una commedia che fa a pezzi il design borghese
Nel film, Covino interpreta un personaggio che non può fare a meno di ostentare il suo stile di vita, rivelando prezzi stratosferici per i suoi arredamenti. Ma, ironia della sorte, il brio di questo ostentare si scontra con la realtà quando la sua villa, con tutti i suoi arredi costosi, viene distrutta da una furiosa scazzottata tra i protagonisti. È qui che la genialità della scrittura di Covino e Marvin si manifesta: la lunga sequenza di distruzione diventa un momento catartico, una sorta di liberazione dal peso del conformismo che tanto li ossessiona.
Quello che emerge con chiarezza è che i veri bersagli della satira di Covino e Marvin sono le fragilità di una generazione bloccata in un eterno limbo relazionale. I protagonisti, pur essendo adulti, si comportano come adolescenti in balia delle loro emozioni, incapaci di affrontare le responsabilità della vita. Ricordo quando, guardando la scena in cui Carey tenta invano di trovare un momento di intimità nella sua casa affollata, mi sono chiesto se sia davvero possibile mantenere la privacy in un mondo dove ogni scelta personale diventa un manifesto pubblico. Le dinamiche che si sviluppano tra i vari amanti della coppia poliamorosa sono un ritratto vivace e a tratti inquietante di come le relazioni moderne siano spesso più complicate di quanto sembrino.
Il fascino magnetico di Dakota Johnson
Un altro aspetto che non può passare inosservato è la performance di Dakota Johnson, che interpreta Julie, un’amante che incarna la nuova femminilità consapevole. Il suo personaggio emerge quasi come un’apparizione, un contrasto affascinante rispetto alle scaramucce maschili che si svolgono intorno a lei. Johnson riesce a conferire al suo ruolo una profondità che fa riflettere, lasciando intravedere le potenzialità di una donna che non ha bisogno di dimostrare nulla a chi la circonda. In questo senso, la sua presenza nel film è un chiaro messaggio per il pubblico: la vera forza sta nell’autodeterminazione e nella capacità di navigare le complessità delle relazioni moderne.