La guerra dei diritti d’autore: Disney e Universal contro l’IA di Midjourney

La lotta per i diritti d'autore si intensifica con l'IA coinvolta in plagio e pirateria.

È un caos totale. I colossi del cinema, Disney e Universal, stanno alzando il tono e si preparano a dare battaglia legale contro Midjourney, il generatore di immagini AI che ha osato riprodurre i loro personaggi iconici, da Darth Vader ai Minions. E chi può biasimarli? In un mondo dove l’arte viene mangiata viva dalla tecnologia, i diritti d’autore sembrano più un sogno che una realtà. Ma la vera domanda è: chi sta realmente pagando il prezzo di questa guerra? Gli artisti o i giganti del settore che, alla fine, sono solo interessati a tappare le perdite?

Il contesto legale di un’era digitale

Negli ultimi anni, il New York Times e l’Authors Guild hanno già tentato di affondare le unghie in OpenAI, accusandola di appropriazione indebita. E ora, Sony Music, Universal e Warner Records si uniscono al coro di proteste contro Suno e Udio. Ma non è finita qui. Midjourney, già colpita da una causa da parte di artisti californiani, si trova ora ad affrontare un attacco frontale da parte di due mostri sacri del cinema. E chi può dare torto a chi? Se non ci si ferma, si avrà un’industria che diventa un pozzo senza fondo di plagi.
Quindi, che si fa? Si chiude tutto e si torna a una sorta di Medioevo artistico?

Le richieste di Disney e Universal

Le due aziende non si limitano a piangere sul latte versato; vogliono sangue. Hanno chiesto di limitare le operazioni di Midjourney, che sta saccheggiando senza pietà i diritti d’immagine, generando introiti che, nel 2024, si stima possano superare i 300 milioni di dollari. E chi glielo fa fare, direte voi? Forse perché sanno che ogni immagine rubata è un dollaro in meno nelle loro tasche. Ma chi è il vero ladro qui? L’IA che copia o le aziende che non riescono a tenere il passo con i tempi?

La posizione degli avvocati

Horacio Gutierrez, il legale di Disney, è chiaro: “La pirateria è pirateria”, e non importa se a commetterla è un algoritmo o un artista. Ma non è solo una questione legale; è una battaglia culturale. David Holz, CEO di Midjourney, ha affermato che il suo strumento non può essere controllato al 100%. E chi lo sapeva, eh? Che un software potesse sfuggire al controllo umano. Ma la verità è che, in questa giungla, non c’è spazio per i deboli. La legge è un campo di battaglia, e chi non è pronto a combattere, beh, si prepari a perdere.

Un futuro incerto per l’IA

Se pensate che il peggio sia passato, vi sbagliate di grosso. Ci troviamo di fronte a un vuoto legislativo che fa sembrare le normative attuali dei semplici pezzi di carta. E mentre Universal e Disney si contendono i diritti d’autore come due cani su un osso, gli artisti emergenti restano nel limbo. Chi ci guadagna alla fine? Le grandi multinazionali che possono permettersi di combattere in tribunale, mentre i creatori indipendenti si ritrovano a lottare per la sopravvivenza. E non è un bel colpo per la creatività.

Conclusioni non concluse

Quindi, che dire? La battaglia per i diritti d’autore nell’era dell’AI è solo all’inizio. E mentre i colossi del cinema si armano di avvocati e denunce, gli artisti dovrebbero iniziare a chiedersi: dove ci porterà tutto questo? Forse in un futuro dove l’arte è solo un altro prodotto da scaffale, pronto per essere copiato e incollato. E a chi interessa? Perché, alla fine, chi ha bisogno di originalità quando si ha l’IA a disposizione?

Scritto da Staff

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