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Nella giornata di ieri, il Duferco Lounge ha fatto da cornice a un evento speciale che ha visto riuniti alcuni dei volti di Romanzo criminale, la celebre serie firmata da Stefano Sollima. Questo incontro ha permesso di riflettere sull’importanza e sull’eredità di una delle produzioni italiane più iconiche, capace di conquistare il pubblico e diventare un vero e proprio fenomeno di massa. Gli attori Francesco Montanari, Alessandro Roja, Edoardo Pesce e Marco Bocci hanno condiviso le loro esperienze e vissuto ricordi che continuano a vivere nel cuore degli spettatori.
Il lascito di Romanzo criminale
Durante la reunion, i protagonisti hanno discusso dell’impatto duraturo della serie, sottolineando come Romanzo criminale non sia solo un prodotto di intrattenimento ma un’opera che ha saputo affrontare temi universali. Edoardo Pesce, che ha interpretato Ruggero Buffoni, ha evidenziato come i personaggi, nonostante le loro azioni discutibili, possano essere percepiti come eroici da alcuni spettatori. Questo fenomeno è stato analizzato nel contesto di una possibile mancanza di riferimenti culturali e di un vuoto che porta le persone a identificarsi con figure antieroiche.
Pesce ha anche messo in luce l’attrazione che la criminalità esercita su una parte del pubblico, comparando la situazione attuale con quella di artisti contemporanei, come i membri della Dark Polo Gang. Secondo lui, Romanzo criminale ha saputo attrarre l’attenzione grazie alla scrittura di alta qualità, affrontando temi come amicizia, tradimento e gelosia, che risuonano con l’opera di grandi autori come Shakespeare.
Ricordi e scelte artistiche
Francesco Montanari, interprete del Libanese, ha condiviso i suoi pensieri sulla morte del suo personaggio, una scena che continua a colpire gli spettatori. Ricorda come, nonostante siano trascorsi diciassette anni dalla prima messa in onda, il suo personaggio rimanga vivo nella memoria collettiva. Montanari ha rivelato che la preparazione per il ruolo ha richiesto un intenso lavoro interiore, puntando in particolare sullo sguardo, elemento fondamentale per esprimere la complessità del Libanese. La sua interpretazione ha creato un legame profondo con il pubblico, che continua a riconoscerlo per la strada.
Il commissario Scialoja e il suo ruolo
Marco Bocci, che ha interpretato il commissario Nicola Scialoja, ha affrontato il tema della percezione del suo personaggio. Spesso interrogato sulla sua natura di “eroe”, Bocci ha riflettuto sulla complessità del suo ruolo, sottolineando che, sebbene non appartenesse alla banda, non fosse nemmeno un personaggio positivo nel senso classico del termine. Questa ambivalenza ha reso il suo lavoro affascinante e stimolante, portandolo a interrogarsi continuamente sulle scelte artistiche fatte durante le riprese.
Un confronto con il film di Placido
Alessandro Roja ha espresso la sua opinione sul lungometraggio di Michele Placido, definendolo un’occasione mancata. Secondo lui, il film non è riuscito a rompere le barriere cinematografiche come la serie ha fatto. Ha evidenziato come Romanzo criminale abbia creato un impatto sociologico significativo, capace di trascendere generazioni e diventare un modello di produzione televisiva di alta qualità. La capacità della serie di scavare a fondo nella psicologia dei personaggi e nelle dinamiche sociali ha permesso di instaurare un legame profondo con il pubblico.
Il futuro di Romanzo criminale
Alla fine dell’incontro, è emersa una notizia entusiasta: ci sarà un’altra reunion di Romanzo criminale, questa volta non in formato live, ma sullo schermo. Parte del cast tornerà a recitare nei loro ruoli in una nuova stagione di Call My Agent – Italia, prevista su Sky tra la fine di quest’anno e l’inizio del 2026. Questa notizia ha riempito di entusiasmo i fan, desiderosi di rivedere i personaggi che hanno segnato un’epoca nella televisione italiana.
Romanzo criminale rimane un caposaldo della serialità italiana, e la reunion ha dimostrato quanto questa serie continui a suscitare emozioni e riflessioni. La sua eredità è viva e presente, e il pubblico attende con ansia di rivedere i volti familiari tornare in scena.