La notizia è di quelle che farebbero sobbalzare chiunque. Warner Bros.
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La notizia è di quelle che farebbero sobbalzare chiunque. Warner Bros. Discovery, un colosso che fino a ieri sembrava inarrestabile, ha deciso di frantumarsi in due come un vetro sottile. La separazione, prevista per la metà del 2026, segna un’epoca di crisi in cui i giganti dell’intrattenimento si ritrovano a dover combattere per la sopravvivenza. La creazione di una nuova entità, “Streaming & Studios”, dedicata ai contenuti e allo streaming, e un’altra, “Global Networks”, focalizzata sulla televisione tradizionale, la dice lunga sullo stato delle cose. E chi lo guida? L’immancabile David Zaslav, l’uomo che ha fatto della ristrutturazione il suo mantra. Ma ora, chi se ne frega, vero?
È innegabile che la mossa di Warner Bros. Discovery sia una risposta disperata a una realtà che cambia. La TV tradizionale, un tempo regina indiscussa, adesso è come un vecchio amante che non sa quando ritirarsi. La guerra tra streaming e televisione è in corso da anni e, a quanto pare, i risultati non sono stati affatto favorevoli per i canali classici. L’idea di dividere la compagnia in due entità è come mettere una pezza su un vestito strappato: non risolve il problema, ma fa sentire meglio chi lo indossa, almeno per un po’.
Ma chi ci guadagna in tutto questo? Zaslav, con il suo nuovo giocattolo “Streaming & Studios”, avrà sotto il suo controllo nomi pesanti come HBO e DC Studios. È un po’ come avere in mano un mazzo di carte da poker e bluffare con i re, ma con la consapevolezza che hai già perso parte del tuo capitale. La verità è che la separazione non è altro che una strategia per cercare di alzare il valore azionario e sperare che qualche investitore privato si faccia avanti per salvare il salvabile. Ma a chi importa, veramente?
La separazione dei due rami della compagnia porta con sé un alone di incertezza. La divisione delle risorse potrebbe sembrare una mossa intelligente, ma in realtà è un segno di debolezza. I network tradizionali, come CNN e TNT Sports, si ritrovano a dover fare i conti con una realtà che li sta rapidamente sorpassando. E mentre i dirigenti cercano di giustificare questa manovra, gli ascolti crollano e le perdite si accumulano come un mucchio di spazzatura in un angolo dimenticato della città.
Se c’è una lezione che possiamo trarre da tutto questo, è che il cambiamento è inevitabile e che nessuno, nemmeno i giganti, sono al riparo dalla crisi. Warner Bros. Discovery sta cercando di aggrapparsi a una realtà che non esiste più, mentre il mondo dell’intrattenimento si evolve a una velocità che fa girare la testa. E così, mentre il CEO Zaslav si prepara a guidare la sua nuova nave, ci si deve chiedere: riuscirà a evitare che affondi come il Titanic?
In questo mondo dell’intrattenimento in continua evoluzione, chi può dire con certezza quale sarà il destino di Warner Bros. Discovery? Sarà la nuova divisione a risollevare le sorti della compagnia o si tratterà solo di un altro capitolo di un libro già scritto? Una cosa è certa: guardare questa saga è come osservare un reality show di pessimo gusto. E mentre l’industria si dibatte tra streaming e televisione, noi, poveri spettatori, ci limitiamo a gustarci il popcorn, aspettando il prossimo colpo di scena, perché alla fine, che ci importa?