Good Boy è un avvincente film horror che approfondisce il legame unico tra gli esseri umani e i cani, offrendo una prospettiva inquietante su questa relazione.
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Il debutto cinematografico di Ben Leonberg, Good Boy, sorprende per la sua capacità di mescolare elementi di terrore e tenerezza. Presentato come film d’apertura alla 23° edizione di Alice nella Città, il lungometraggio si distingue per la sua inedita prospettiva: quella di un cane. La domanda sul perché i cani sembrino a volte scrutare nel vuoto assume una dimensione inquietante nel contesto di questo film.
Immaginare che quel vuoto rappresenti un altrove, una dimensione ultraterrena in contatto con il mondo degli umani, popolata da fantasmi e da entità oscure è fondamentale per comprendere la trama. In Good Boy, il protagonista non è un umano, ma Indy, un Nova Scotia Duck Tolling Retriever, che si trova a fronteggiare le ombre e i demoni che infestiscono la casa del suo giovane padrone, Todd, un malato terminale.
Todd, interpretato da Shane Jensen, è un giovane in fase terminale di una malattia oncologica. La sua esistenza è segnata da un profondo rapporto con Indy, che non solo è un compagno fedele, ma diventa anche un messaggero tra i mondi. La casa del nonno, situata nelle campagne di New York, è avvolta da un’aura di inquietudine, e Todd è consapevole delle forze maligne che la abitano.
La presenza di spiriti maligni nella casa è evidente, e Indy sembra essere l’unico in grado di percepirli. La VHS che Todd rivede continuamente porta con sé un carico emotivo e un sentore di mistero che richiamano le atmosfere di film iconici come Poltergeist e Pet Sematary. La casa diventa una prigione di ricordi e di spaventi, e l’amore tra Todd e Indy si erge come una luce nel buio.
Leonberg, con una visione cinematografica che si distacca dai consueti cliché, utilizza un linguaggio visivo asciutto e incisivo, capace di evocare tensione e inquietudine. La telecamera segue Indy con una dinamicità che riflette il suo legame con Todd e il suo istinto di protezione. La paura dell’ignoto è palpabile, mentre il cucciolo avverte i pericoli imminenti, rivelando il suo coraggio e il suo amore incondizionato.
La narrazione culmina in una riflessione profonda sulla vita e sulla morte, esplorando come l’amore possa resistere anche di fronte alle forze più oscure. Indy diventa un simbolo di speranza, un guardiano che cerca di proteggere Todd dai mali che lo circondano. Questa interazione tra il cucciolo e gli spiriti maligni crea un dialogo unico, in cui la luce dell’amore riesce a sovrastare le tenebre.
Good Boy non è solo un film horror, ma un’opera che esplora il potere dell’amore e della lealtà attraverso gli occhi di un cane. Con una narrazione che ricorda le atmosfere di The Blair Witch Project, la pellicola riesce a trasmettere una sensazione di angoscia e speranza, dimostrando che la vita e la morte sono legate da un filo sottile, spesso invisibile.