Bird box: spiegazione e recensione del film più visto su Netflix

La recensione del film Bird box, il film original di Netflx più visto sulla piattaforma

Bird box è il film prodotto da Netflix che è stato più visto nella storia della piattaforma, creata nel 1997 ma ampliata nel 2013 con la produzione e la distribuzione televisiva-cinematografica. Di genere horror-fantascientifico, il film ha come protagonista la premiata Sandra Bullock, vincitrice di un Golden globe e di un Oscar per il film del 2010 Blind side, dove l’attrice americana interpreta una donna che adotta e alleva con amore un ragazzo afroamericano povero e di basso quoziente intellettivo.

Le ragioni del successo di Bird box

Uscito per pochi mesi nelle sale, il film è approdato su Netflix il 21 dicembre 2018, ma senza spiccare rispetto ai migliaia di titoli del catalogo che la piattaforma propone.

Bird box non ha fatto nemmeno parlare di sé per l’apprezzamento di critica o pubblico, che complessivamente si assesta sulla sufficienza. Improvvisamente però, allo scoppiare della pandemia e della reclusione forzata per il lockdown, il film è diventato oggetto di culto, con oltre 45 milioni di visioni in pochi mesi.

Il film parla di un futuro apocalittico dove un virus, che si propaga per via aerea, uccide milioni di persone, costringendo la protagonista e i suoi amici a rintanarsi in una casa, per non essere contagiati. Adesso si comprende facilmente il successo planetario della pellicola horror, dove gli spettatori si sono immedesimati completamente con la storia e i personaggi del film.

Ad aggiungere interesse alla pellicola, c’è il fatto che Bird box sorprende con una trama ben scritta e con attori bravi a recitarla. Certo, il passaparola e la comodità dello streaming dal proprio divano hanno fatto il resto, ma l’apprezzamento del film da parte del pubblico è stato esagerato.

Probabilmente parte di questo successo, deriva dal fatto che migliaia di spettatori hanno creato l’hastag #BirdBoxChallenge, allo scopo di girare video da mettere sui social dove le persone vengono riprese mentre camminano per casa o per strada e o fanno lo sport, però con gli occhi bendati, imitando Sandra Bullock nel film e rischiando di farsi male. Alcuni genitori hanno coinvolto addirittura i loro bambini.

La recensione e la spiegazione del film

Malorie, interpreta da Sandra Bullock è una pittrice single che aspetta un figlio. La donna ha avuto una storia familiare travagliata e l’unica persona che si prende cura di lei è la sorella Jessica, che l’accompagna in ospedale per le visite di controllo. Dall’estero arrivano allarmanti notizie dalla Russia, che parlano di un virus che spinge gli infetti a suicidarsi, e improvvisamente nella zona attorno alla clinica, dove stanno le due donne, il virus contagia l’intero quartiere, preso da una psicosi collettiva che istiga gli abitanti alla violenza.

La stessa sorella di Malorie viene infettata e si toglie la vita, mentre lei trova rifugio in una casa dove i pochi sopravvissuti all’epidemia si sono barricati all’interno. Si scopre che il virus circola nell’aria e penetra nei bulbi oculari, portando alla pazzia. L’unica soluzione per rimanere vivi è bendarsi gli occhi e muoversi come i ciechi. Da qui in poi, la storia prende una piega orrorifica dove la sopravvivenza è la sola cosa che conta.

Fra colpi di scena e attacchi degli infetti che vogliono irrompere nella casa, il film diventa un horror puro con tanto sangue e paura. La regista danese Susanne Bier e lo sceneggiatore Eric Heisserrer decidono di sorprendere lo spettatore con una trama non sempre lineare. Infatti il film alterna le vicende di Malorie 5 anni dopo, che scorta due bambini su un fiume verso un rifugio sicuro, con gli eventi passati nella casa dei sopravvissuti.

A fine visione, Bird box non risponde alla domanda su che cos’è il virus e da dove proviene, ma si capisce che è una metafora della follia che, quando colpisce, fa rivivere i traumi del passato, e dal quale si può guarire solamente grazie all’amore degli amici e della famiglia.

Complessivamente, Bird box è un buon film che convince per la storia abbastanza originale, impreziosita dall’interpretazione di Sandra Bullock. Il problema è la ripetitività degli eventi che, pur essendo interessanti, vengono gestiti talvolta in modo superficiale. A patirne maggiormente sono le vicende ambientate 5 anni dopo sul fiume, che appaiono estranee e inutili rispetto alla trama principale.

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