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Holly è un film che ti trascina in un vortice di emozioni, mescolando elementi di dolore e ricerca di salvezza. La storia ruota attorno a Holly Myers, una quindicenne solitaria che, con il suo strano presentimento, si trova coinvolta in un tragico evento. Questo film, diretto dalla belga Fien Troch, non è solo un racconto di formazione; è un’esplorazione profonda e inquietante della psicologia adolescenziale e delle sue sfide.
Il personaggio di Holly: tra realtà e mito
La protagonista, Holly, porta un cognome che non può non richiamare alla mente uno dei più iconici personaggi horror, il Micheal Myers di Halloween. Questo dettaglio non è casuale; è un primo indizio per il pubblico su ciò che dovrà affrontare. Holly, con il suo carico di solitudine, si muove in un ambiente scolastico segnato dal dolore. Dopo aver avvertito che “sta per succedere qualcosa di brutto”, si trova nel mezzo di un incendio devastante che cambia per sempre la vita della sua comunità. Nove mesi dopo, le famiglie colpite dal lutto sembrano vedere in lei una figura quasi magica, capace di lenire le ferite. Ma siamo davvero sicuri che sia solo suggestione? O c’è qualcosa di più profondo?
Un thriller psicologico o un racconto di formazione?
La pellicola di Troch non si limita a una narrazione convenzionale. È un’opera che gioca con il confine tra il reale e il fantastico. Nonostante si presenti come un dramma, ci sono elementi che ci riportano a un racconto di formazione gotico. La regista si concentra sui primi piani di Cathalina Geeraerts, che riesce a rendere palpabile l’ambiguità del suo personaggio. Questo la rende una presenza aliena, quasi spettrale, in un mondo in cui il dolore e le aspettative sociali si intrecciano. Holly non è solo una vittima; è un simbolo di una società che non riesce a confrontarsi con le sue fragilità.
La comunità in crisi e le sue fragilità
La tragedia, come nei film di Atom Egoyan, funge da detonatore, rivelando le crepe della comunità. Holly diventa una figura di culto, un’”altra” da venerare o ripudiare. Nessuno la vede veramente, e forse è questa la sua vera condanna. In un certo senso, è come se il film ci chiedesse: chi è veramente Holly? La risposta rimane sfuggente, lasciando il pubblico a riflettere sulle proprie percezioni e pregiudizi. Questo aspetto è particolarmente affascinante; ci invita a interrogarci su come vediamo gli altri e su come la nostra società affronta il dolore.
Un’opera complessa e intrisa di significato
Dobbiamo ammettere che Fien Troch non è una regista che cerca il facile consenso; non si innamora delle sole belle immagini, né di una narrazione definita. Questo approccio, in un certo senso, gioca a favore del film, che riesce a mantenere viva l’attenzione nonostante le sue ambiguità. Holly è un tassello importante della sua poetica, un’ulteriore riflessione su temi quali l’adolescenza, la famiglia e il mondo scolastico. Qui, il pensiero magico e la sua negazione si intrecciano in modo sublime, creando un’atmosfera densa e affascinante.
Riflessioni finali su Holly
In definitiva, Holly è un film che invita a una riflessione profonda. Non è solo un’opera da guardare, ma un’esperienza da vivere. Ci lascia con domande aperte sul nostro modo di affrontare il dolore e la ricerca della salvezza. Personalmente, ritengo che sia un film che meriti di essere visto e discusso, poiché ci offre uno sguardo unico su un tema universale: la complessità dell’adolescenza. Come molti sanno, il passaggio dall’infanzia all’età adulta è costellato di sfide, e Holly ce lo ricorda in modo inaspettato e potente.
Titolo originale: id. Regia: Fien Troch Interpreti: Cathalina Geraerts, Felix Heremans, Greet Verstraete, Serdi Faki Alici, Els Deceukelier, Maya Louisa Sterkendries, Robby Cleiren, Sara De Bosschere Distribuzione: Filmclub Distribuzione e Minerva Pictures Durata: 102′ Origine: Lussemburgo, Belgio, Olanda, Francia 2023