Il potere del ricordo: il viaggio emotivo di Amor di Virginia Eleuteri Serpieri

Un'opera che unisce il personale e il collettivo attraverso il fiume Tevere.

Un viaggio tra memoria e immagini

Il film Amor, diretto da Virginia Eleuteri Serpieri, si presenta come un’opera intensa e profonda, capace di toccare le corde più sensibili del pubblico. Presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2023, il film racconta la storia personale della regista, che affronta il suicidio della madre avvenuto ventisei anni fa. Attraverso un collage di immagini e video d’archivio, Serpieri riesce a creare un racconto che va oltre il semplice aneddoto familiare, trasformando il dolore in un’esperienza collettiva.

Il fiume Tevere: simbolo di vita e morte

Il fiume Tevere, che scorre silenzioso nel cuore di Roma, diventa il fulcro della narrazione. Serpieri racconta di come, dopo la scomparsa della madre, abbia iniziato a cercarla in ogni angolo della città, tranne che in un luogo: il Tevere. Questo fiume, inizialmente percepito come un luogo periferico, si trasforma in un simbolo potente, rappresentando sia la vita che la morte. La regista condivide un sogno ricorrente in cui si tuffa nelle acque scure del fiume, cercando di ricomporre le fotografie rotte della madre, un atto che diventa metafora della ricerca di un senso e di una connessione con il passato.

Suono e immagine: un connubio indissolubile

Un elemento fondamentale del film è il suono, che per Serpieri è il cuore pulsante della narrazione. Le immagini non sono costruite in modo rigido, ma fluiscono come l’acqua, creando un’esperienza immersiva. La regista sottolinea l’importanza di un cinema che non conosce confini, dove il suono e l’immagine si intrecciano in un racconto che abbatte le barriere. Questo approccio innovativo consente di esplorare Roma non solo come una città fisica, ma come un’entità viva, ricca di storie e di memorie.

Una Roma caleidoscopica

Il titolo del film, Amor, che letto al contrario diventa “Roma”, racchiude in sé il significato profondo dell’opera. Serpieri desidera raccontare una Roma diversa, lontana dai cliché della criminalità e della periferia. Attraverso una narrazione sfaccettata, il film esplora le molteplici dimensioni della città, rivelando un lato luminoso e un lato oscuro che si intrecciano continuamente. La regista invita lo spettatore a scoprire un’immagine di Roma che va oltre le convenzioni, un mosaico di storie e di emozioni che meritano di essere raccontate.

Scritto da Redazione Cineverse

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