Argomenti trattati
È incredibile come le idee possano viaggiare attraverso i mezzi di comunicazione, trasformandosi e adattandosi nel tempo. Zombi 2, un classico del cinema horror italiano, deve le sue radici a un fumetto, e più precisamente a Tex Willer. Dardano Sacchetti, il geniale sceneggiatore dietro il film, ha rivelato che la scintilla creativa partì da un’avventura del famoso ranger italiano, dove zombi caraibici terrorizzavano i protagonisti. Ma come è avvenuto questo passaggio dall’illustrazione alla celluloide?
Il legame tra fumetto e film
Quando Gianfranco Couyoumdjian, produttore del film, propose a Sacchetti di scrivere una sceneggiatura che mescolasse western e horror, la mente del sceneggiatore si illuminò. La sfida era intrigante, eppure Sacchetti scelse di abbandonare completamente i codici western, optando per un’avventura che affondava le radici nel terrore. Questo approccio ha dato vita a L’isola degli zombi, che in seguito si trasformò in Zombi 2. Ma quale albo di Tex Willer lo ha ispirato realmente?
Le influenze di Tex e Zagor
Sergio Bonelli, figura iconica del fumetto italiano, ha identificato i volumi di Tex Willer tra il 125 e il 128 come la fonte principale di ispirazione. Tuttavia, una curiosa teoria si è fatta strada tra i fan e gli esperti: e se la vera origine non fosse Tex, ma Zagor? Infatti, nel 1978, vennero ristampati alcuni albi di Zagor che presentano analogie sorprendenti con Zombi 2. È interessante notare che in Zombi!, Zagor e i suoi compagni si ritrovano in una situazione simile, combattendo contro un gruppo di morti viventi. I fan più accaniti non possono fare a meno di notare che le tavole di Nolitta e Bignotti sembrano quasi anticipare le scene che sarebbero state girate successivamente da Lucio Fulci.
La scena subacquea: un colpo di genio
Un altro elemento che ha colpito gli spettatori è la famosa sequenza subacquea, dove un morto vivente affronta uno squalo. Sacchetti ha confessato che inizialmente non c’era alcun accenno a questa scena; fu il produttore Ugo Tucci a volerla inserire, sfruttando materiale di repertorio. È curioso pensare che Fulci, solitamente incline a situazioni surreali, non si fosse occupato di questa aggiunta. Ma, paradossalmente, il risultato finale è diventato uno dei momenti più iconici del film. E chi può dimenticare l’attrice Auretta Gay, che si è ritrovata coinvolta in questa scena tanto memorabile quanto bizzarra?
Un cast indimenticabile
Auretta Gay, insieme a Richard Johnson e Olga Karlatos, ha regalato al pubblico performance indimenticabili. La sua frase “Tamburi di merda!” è diventata un cult tra i fan, così come la sua morte nel cimitero spagnolo, un momento che ha lasciato il segno non solo per la qualità della regia, ma anche per l’espressività dell’attrice. La scena, che ha del tragico e del comico allo stesso tempo, è un perfetto esempio di come il cinema horror possa mescolare diversi registri emotivi.
Un’eredità duratura
Il viaggio di Zombi 2 dal fumetto al film è una testimonianza di come le idee possano evolversi e ispirarsi a vicenda. Sacchetti e Fulci hanno creato qualcosa di unico, non solo un film horror, ma un vero e proprio fenomeno culturale. E, mentre il pubblico continua a scoprire e riscoprire questo classico, resta da chiedersi: quali altre gemme nascoste dell’immaginario popolare potrebbero celarsi dietro le quinte del grande schermo? Chi lo sa, forse un’altra avventura di Tex o Zagor ci aspetta, pronta a prendere vita in una nuova forma.