Argomenti trattati
Quando si parla di politiche ambientali, ci si aspetta un certo grado di serietà. Eppure, quante volte ci siamo trovati di fronte a promesse vuote? A chiacchiere che si perdono nel vento come foglie secche? Ecco che spunta il lupo, simbolo di una lotta che va oltre il semplice ritorno a casa. Dopo anni di emarginazione, questi animali riescono a riappropriarsi dei loro territori, mentre il resto del mondo continua a girare come una giostra impazzita. In questo contesto si inserisce il documentario di Jean-Michel Bertrand, ‘In marcia coi lupi’, un titolo che sa di poesia ma anche di urgenza. Un film che è quasi un manifesto, un grido di allerta per chi ha ancora voglia di ascoltare.
Un road-movie tra valli selvagge e città
Immaginate di essere un lupo, costretto a vagabondare tra le valli delle Alpi Francesi e le aree urbane, cercando di trovare un posto che vi appartenga. Questo è il viaggio di Bertrand, l’unico umano nel film, che si immerge nel mondo dei lupi, osservando e riflettendo. La sua presenza sembra quasi un intruso, un curioso che si spinge oltre i limiti, come un amante geloso che non riesce a staccarsi dal proprio oggetto di desiderio. La narrazione è una danza delicata tra l’osservazione e la contemplazione, ma non fraintendetemi: non si tratta di un semplice documentario. Qui si gioca con l’idea di cosa significhi essere parte della natura, mentre il regista, un po’ come il giovane lupo, si ritrova a fare i conti con la propria solitudine.
La colonna sonora: un’aggiunta o un’invasione?
La colonna sonora di ‘In marcia coi lupi’ si presenta come un tentativo di rendere l’atmosfera più intensa, ma a volte risulta eccessiva. Come un amante che cerca di impressionare con regali costosi, ma alla fine risulta solo ridondante. La vera bellezza del film sta nel suo silenzio, nel suono dei passi dei lupi, nei fruscii della natura. Bertrand non ha bisogno di effetti speciali o di musica pomposa per raccontare la sua storia; ogni scena è un invito a riflettere sulla nostra connessione con il mondo naturale. La tecnologia, pur presente, viene utilizzata con rispetto, per non invadere la vita di questi animali, quasi come un amante che si ferma a guardare, senza mai oltrepassare il confine.
Una denuncia silenziosa
‘In marcia coi lupi’ non è solo un film; è un atto di accusa contro l’emarginazione di tutte le creature selvatiche. Bertrand ci costringe a guardare in faccia la realtà della nostra indifferenza. Non sappiamo se il giovane lupo troverà mai il suo branco, ma sappiamo che la sua ricerca è un simbolo della lotta per la libertà e per il riconoscimento del proprio spazio. Un viaggio che, in fondo, è anche il nostro, mentre continuiamo a perderci in un mondo che sembra aver dimenticato cosa significhi essere vivi, essere parte di qualcosa di più grande.
In questo documentario, la natura parla attraverso il silenzio, e noi siamo chiamati a prestare attenzione. Quindi, cosa farete voi? Continuerete a ignorare la realtà, o avrete il coraggio di ascoltare il lamento di chi è stato silenziato?