Netflix investe miliardi in Spagna mentre il cinema europeo affonda nel caos

Netflix scommette miliardi in Spagna per dominare il mercato del cinema locale. Che fine farà l'industria italiana?

La crisi dell’industria cinematografica europea è sotto gli occhi di tutti, e mentre i registi si contorcono in preda alla frustrazione, Netflix decide di gettare un miliardo di euro su quello che sembra un gioco da ragazzi. Ted Sarandos, co-Ceo della piattaforma, ha avuto il coraggio di annunciare questo investimento durante un evento a Madrid, come se stesse distribuendo caramelle ai bambini. E come se non bastasse, lo ha fatto alla presenza del presidente spagnolo Pedro Sanchez, chiaro segno che la politica e l’industria dell’intrattenimento sono ormai appaiate in un abbraccio mortale.

Il potere di Netflix nella produzione

Non si tratta solo di fare bella figura. Netflix ha già dimostrato che le sue produzioni spagnole, come La casa di carta e Élite, hanno generato più di 5 miliardi di ore di streaming a livello globale. E mentre l’Italia si dibatte con il suo misero 0,8% di ore di visualizzazione, la Spagna si erge come un colosso, capace di attirare gli sguardi del mondo intero. Ma la domanda è: quanto durerà questa festa? Sarandos, con il suo tono smielato, ha affermato che non vede l’ora di lavorare con i talenti locali. Un vero incubo per chi spera ancora in una rinascita dell’industria cinematografica italiana.

Strategie da miliardari

Negli ultimi tempi, Netflix ha messo in atto una strategia di delocalizzazione produttiva che è tanto astuta quanto inquietante. Non solo in Spagna, ma anche in Messico e India, l’azienda ha investito miliardi per produrre contenuti locali che potrebbero travolgere il mercato globale. In Messico, per esempio, l’idea è di produrre circa 20 film e serie ogni anno. E mentre il mondo applaude, l’industria italiana resta impantanata in un pantano di mediocrità, incapace di trovare la sua strada verso il successo.

Il panorama italiano: un caso disperato

L’Italia non riesce a decollare, e i dati parlano chiaro. Con solo il 0,8% delle ore di visione su Netflix, ci si domanda se il Bel Paese saprà mai affermarsi in questo mercato. Anche il lancio di Il Gattopardo non è bastato a risollevare le sorti di un’industria che sembra più un relitto in balia delle onde che un faro di innovazione. Se i contenuti nordamericani dominano con il 60% e quelli sudcoreani e giapponesi seguono a ruota, l’Italia si trova a galleggiare nella mediocrità.

Questo scenario fa sorgere interrogativi inquietanti: cosa sta facendo il governo? Perché le produzioni italiane non riescono a conquistare il pubblico globale? La risposta è semplice: mancanza di visione e coraggio. Mentre Netflix si prepara a conquistare il mondo, l’industria italiana si limita a sopravvivere, con la speranza che un giorno le cose possano cambiare. Ma chi ha tempo da perdere? Si sa che la speranza è l’ultima a morire, ma in questo caso, potrebbe aver già esalato l’ultimo respiro.

Scritto da Staff

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