Premio Fiesole: Luca Guadagnino e il paradosso del cinema italiano che delude

Il regista Luca Guadagnino riceve il Premio Fiesole, un riconoscimento che celebra la sua carriera fulgida e il suo impatto nel cinema.

Che schifo di situazione! A Fiesole si prepara un festival di cinema, e chi si presenta? Luca Guadagnino, uno dei registi più acclamati degli ultimi anni. Sì, perché, come se avessimo bisogno di un altro motivo per farci ricordare quanto siano scarsi i premi per il cinema di qualità in Italia. Ma, oh, sorpresa! Guadagnino non è solo un nome da premio, è un marchio che ha messo l’Italia sulla mappa del cinema mondiale. Ed è per questo che dal 16 giugno al 27 luglio, il regista sarà protagonista di Apriti Cinema, un progetto che si preannuncia come un vero e proprio circo di intrattenimento. Ma chi credono di ingannare?

Un premio che odora di pomposità

Il Premio Fiesole ai Maestri del Cinema 2025 va a Luca Guadagnino, il maestro del melodramma che ha saputo farci sognare e piangere con film come “Chiamami col tuo nome”. Ma, parliamo chiaro, non è solo un premio. È un riconoscimento pompato, un modo per dire: “Ehi, guardate quanto siamo bravi a dare premi!”. Guadagnino ha già vinto l’Oscar, ma il vero premio è la sua capacità di farci credere che il cinema italiano abbia ancora qualcosa da dire. E poi, chi non ama una buona dose di retorica?

Il programma di Apriti Cinema

Durante questo festival, piazza Pitti si trasformerà in un’arena cinematografica, con proiezioni di film che hanno segnato la carriera del regista. “A Bigger Splash”, “Chiamami col tuo nome”, e “Challengers” saranno sul grande schermo, ma chi ha voglia di rivedere film già visti? Dovrebbero pagare di più per una prima visione, e non solo riproporre i vecchi successi come se fossero nuove scoperte. Ma ricordatelo, i turisti adorano questi eventi: un po’ di glamour, un po’ di cinema, e voilà, il gioco è fatto. Riscoprire? Magari un’altra volta.

Il significato di un riconoscimento

Secondo Cristina Scaletti, il sindaco di Fiesole, questo premio non è solo un tributo, ma un momento di riflessione. Davvero? Ma di quale riflessione parla? La realtà è che Guadagnino rappresenta una visione limitata del cinema, eppure è l’icona di cui abbiamo bisogno? La sua estetica e sensibilità hanno conquistato il pubblico, ma chi decide cosa è arte? La sua presenza nella lista dei premiati è più che un riconoscimento, è un affronto a chiunque creda che il cinema possa essere qualcosa di diverso. La critica è spesso cieca, e non ci vuole molto a capire perché.

Un’eredità discutibile

Guadagnino entra in una ristretta cerchia di maestri, un club esclusivo che include nomi del calibro di Sorrentino e Moretti. Ma che cosa significa veramente? È una celebrazione di un’epoca passata di cinema italiano, un’epoca che ha visto i suoi giorni migliori. Ma ora? L’industria è in crisi, e questi premi sembrano più un modo per coprire il disastro. La manifestazione celebra i registi, ma cosa celebra in realtà? Un’illusione di grandezza che non ha nulla a che vedere con la realtà di un cinema che fatica a trovare la sua identità. Ecco perché, alla fine della fiera, il premio Fiesole sembra più un atto di pietà verso il cinema italiano che una vera celebrazione della sua arte.

Conclusioni che non vogliono essere conclusioni

Alla fine, chi se ne frega di premi e riconoscimenti? La vera domanda è: cosa resta del cinema italiano? Guadagnino può continuare a ricevere premi, ma se la qualità è ciò che conta, le sue opere non sono altro che un riflesso di un’industria in crisi. E mentre tutti applaudono, ci si chiede se il cinema italiano avrà mai il coraggio di alzarsi in piedi e dire: “Abbiamo bisogno di cambiare”. Ma per ora, continuiamo a festeggiare come se non ci fosse un domani.

Scritto da Staff

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