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Negli ultimi anni, il genere del body horror ha ripreso vigore, non solo come sottogenere cinematografico, ma anche come linguaggio capace di affrontare tematiche attuali. La sua evoluzione è testimoniata dal crescente interesse di registi e pubblico, che vedono in esso un modo per esprimere le complessità delle relazioni umane e delle identità contemporanee.
Durante gli anni Settanta e Ottanta, il body horror si era affermato come un’arte di nicchia, rivolta a una ristretta audience di appassionati di orrore estremo. Tuttavia, oggi assistiamo a un cambiamento significativo, con opere che raggiungono festival prestigiosi come Cannes e ottengono riconoscimenti importanti, inclusi premi Oscar. Film come Titane di Julia Ducournau e Malignant di James Wan dimostrano questa nuova era del body horror, dove la corporeità diventa simbolo di una riflessione critica sull’esperienza umana.
Il corpo come metafora
Un esempio emblematico di questa tendenza è l’opera prima di Michael Shanks, Together, che utilizza il body horror per esplorare le complessità delle relazioni affettive. La narrazione si apre con immagini inquietanti di cani deformi, evocando istantaneamente il capolavoro di John Carpenter, La cosa. Questa scelta visiva non è solo un omaggio, ma una chiara dichiarazione delle intenzioni del regista di immergere lo spettatore in un mondo dove l’orrore del corpo diventa specchio delle dinamiche interpersonali.
Relazioni tossiche e mitologia
La trama si concentra su Millie e Tim, interpretati rispettivamente da Alison Brie e Dave Franco, che si trasferiscono in una remota casa nei boschi in cerca di una rinascita del loro legame. Millie si sente trascurata e insoddisfatta, mentre Tim cerca di affrontare le proprie insicurezze attraverso la presenza della compagna. La loro relazione, segnata da elementi di tossicità, si intreccia con il mito greco dell’androgino, richiamato esplicitamente da un vicino. Questa connessione mitologica, originariamente narrata da Aristofane nel Simposio, serve a sottolineare il tema della ricerca di completezza nell’altro.
Il culto del corpo e la separazione
Il film di Shanks introduce poi un culto misterioso e una caverna che rappresentano il potere distruttivo della separazione. Attraverso un contatto con una fonte d’acqua legata a una divinità pagana, la coppia inizia a sperimentare una connessione sempre più intensa e dolorosa. Due scene chiave evidenziano questo conflitto: un amplesso in un bagno e l’uso di un seghetto elettrico, entrambi momenti in cui il dolore fisico diventa una manifestazione concreta della crisi emotiva.
Dialogo con Cronenberg e nuove riflessioni
In modo simile a The Shrouds di David Cronenberg, che esplora la perdita e il superamento della separazione attraverso l’analisi del corpo, Together crea un ponte tra la mitologia classica e le attuali riflessioni sul corpo e le relazioni disfunzionali. Il film provoca interrogativi su quanto l’amore possa diventare un’ossessione e su come l’identità individuale possa essere sacrificata a favore della fusione con l’altro. La profonda connessione tra i protagonisti, che culmina in una fusione fisica e metaforica, mette in discussione l’idea di completezza e di identità personale.
Il body horror si presenta non solo come un mezzo per rappresentare il corpo in modi disturbanti, ma anche come un potente strumento di analisi critica sulle relazioni umane e sull’identità. Attraverso opere come Together, il genere si evolve, proponendo una riflessione profonda su temi universali e attuali, rendendo il corpo un veicolo di significato e di esplorazione emotiva.