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Ci sono momenti nel cinema che lasciano un segno indelebile, e la presentazione di “Vie privée” a Cannes è uno di questi. La regista francese Rebecca Zlotowski, con il suo cast stellare, ha catturato l’attenzione del pubblico e della critica, riportando sul grande schermo l’iconica Jodie Foster, affiancata da attori del calibro di Daniel Auteuil e Virginie Efira. Questo film non è solo una storia; è un viaggio emotivo che esplora i confini tra la realtà e la psicologia, tra il professionale e il personale.
Un incontro atteso e desiderato
Rebecca Zlotowski non è nuova al festival di Cannes; il suo debutto risale al 2010 con “Belle Épine”. Tuttavia, il suo ritorno con “I Figli degli altri” nel 2022 le ha dato ulteriore spinta per realizzare un sogno: lavorare con Jodie Foster. “Già allora avrei voluto coinvolgerla”, confessa Zlotowski. E finalmente, la sceneggiatura di “Vie privée” ha trovato il modo di attrarre l’attrice americana, che ha sempre nutrito una certa cautela nell’accettare ruoli in francese. Ma come ha detto, la profondità della storia l’ha conquistata. “È stata una sfida per me – racconta Foster – ma molto interessante. Recitare in francese mi fa sentire diversa, quasi come se stessi urlando di più.”
Il cuore del film: un legame tra due donne
Il film ruota attorno al personaggio di Lilian, interpretato da Jodie Foster, e Paula, interpretata da Virginie Efira. La trama si snoda attorno a un rapporto complesso e sfaccettato, dove il confine tra professione e vita personale si sfuma. Zlotowski spiega che la storia è stata concepita attorno a Lilian, una donna razionalista che si trova a mettere in discussione le proprie convinzioni a causa di un evento traumatico, la perdita di un paziente. “Mi affascinava l’idea che una persona così razionale potesse essere sconvolta fino a credere nelle vite passate”, afferma la regista.
La genesi di un film personale
La co-sceneggiatrice Anne Berest ha rivelato che l’idea di “Vie privée” è nata due anni fa, ispirata dal suocero, un psichiatra e sostenitore dell’ipnosi. “Da lì è scaturita l’idea di una psicologa che si sottopone a una seduta di ipnosi”, spiega. Questo elemento introduce una tensione ambigua nel film, mantenendo lo spettatore in bilico tra ciò che è reale e ciò che è frutto della mente di Lilian. La collaborazione tra Zlotowski e Berest, alimentata da una lunga amicizia, ha certamente contribuito alla creazione di un’opera tanto intima quanto coinvolgente.
Un cast eccezionale e la magia del set
Il lavoro del cast ha entusiasmato Zlotowski, che ha confessato di aver desiderato continuare a girare. La presenza di attori con esperienza da registi, come Foster e Auteuil, ha arricchito la dinamica sul set. “È fondamentale avere sul set persone che capiscano entrambe le prospettive”, ha affermato Foster, evidenziando come l’esperienza di regia abbia migliorato la sua interpretazione. Auteuil, con un sorriso, aggiunge che sapere come dirigere evita di porre domande stupide al regista. Tra battute e momenti di grande intensità, il feeling sul set è stato palpabile: “Abbiamo girato a Parigi per sei mesi, ed è stato tutto molto naturale”, racconta Zlotowski.
Paula: il mistero e il carisma
Virginie Efira, che interpreta Paula, ha dato vita a un personaggio carismatico e affascinante, ma con un lato oscuro. “Nessuno è davvero quello che sembra”, sottolinea. Efira ha costruito il suo ruolo immaginando un “trasferimento inverso”, dove la psicoterapeuta è attratta dalla paziente. “Rivedendo il film, sono rimasta sorpresa dalle scene che, mentre le recitavo, non avevo davvero notato”, confessa l’attrice, testimoniando quanto la complessità dei personaggi possa rivelarsi solo dopo la visione finale.
Un’indagine interiore profonda
Foster ha trovato somiglianze tra se stessa e Lilian. Entrambe si sentono realizzate sul piano professionale, ma si accorgono di essere ferme. “Questo film è un’indagine interiore, che non viene mai trattata come un problema o un dramma, ma come un insieme di dettagli che compongono ciò che siamo”, afferma l’attrice. La trasformazione del personaggio di Lilian è totale e richiede un coraggio che molti non sono disposti a mettere in gioco. “Amo davvero il coraggio di Lilian nel mettersi in discussione”.
Progetti futuri e sogni cinematografici
Infine, Foster ha scherzato rivelando che il suo prossimo progetto in Francia sarà una commedia con Auteuil. “Mi piacerebbe tantissimo. Una versione comica di Vie privée. Ancora più privata!” ha affermato, lasciando intravedere la sua voglia di esplorare nuove direzioni artistiche. Un’idea che, chissà, potrebbe farci ridere e riflettere allo stesso tempo.