Le notti di Salem: il disastro cinematografico che fa piangere i fan di Stephen King

Un'analisi impietosa di un film che non riesce a catturare lo spirito di King.

Il cinema è in crisi, e il nuovo adattamento di Stephen King non fa altro che confermarlo. Le notti di Salem, diretto da Gary Dauberman, è l’ennesimo tentativo di portare sullo schermo le pagine inquietanti del maestro dell’horror, ma il risultato è un’opera compressa, sfiancata e totalmente estranea alla fonte letteraria. Ma chi pensava che la serialità fosse la chiave per esplorare il suo universo, si deve arrendere: il film è una barzelletta. Non ci credete? Ecco come stanno le cose.

Un ritorno che sa di marcio

Ben Mears, giovane scrittore, torna a Jerusalem’s Lot dopo venticinque anni. Pensava di trovare ispirazione, ma si ritrova immerso in un incubo: una forza malvagia che falcia gli abitanti come se fossero paglia. Ma che bella storia, non trovate? In fondo, chi non ama un buon film di vampiri che non riesce neanche a essere originale? Dauberman, già noto per gli adattamenti di It, sembra aver dimenticato tutto, compresa la capacità di narrare. E così, mentre Mears cerca di scrivere il suo romanzo, noi ci chiediamo: ma a chi interessa un altro vampiro che si nutre di cliché?

Un cast sprecato

Lewis Pullman, Makenzie Leigh e compagnia bella, tutti lì a recitare un copione che nemmeno il peggior sceneggiatore avrebbe osato proporre. La loro recitazione è talmente piatta che sembra di guardare un film TV di bassa lega. E non parliamo della tensione, perché di quella non ce n’è nemmeno l’ombra. Ogni tentativo di costruire suspense è spazzato via da dialoghi ridicoli e situazioni che fanno venire voglia di spegnere la TV. Ma perché? Perché continuare a massacrare i capolavori della letteratura in questo modo? Deve esserci un limite al buon gusto.

La deriva del genere

Quanto diavolo è andato storto? Dauberman, invece di inventare qualcosa di nuovo, decide di rifarsi a Dracula e Nosferatu. Ma, credetemi, non basta. Questa è una vampire story classica, sì, ma non in senso buono. È un film che si aggrappa a vecchi miti e non riesce a proporre nulla di fresco. La sua ambizione? Legarsi alla Torre Nera. Ma, spoiler alert, fallisce miseramente. Il risultato è un lungometraggio che non ha né capo né coda, e che non fa altro che darci l’ennesimo esempio di come il cinema horror stia morendo, soffocato da idee riciclate e da una totale mancanza di visione.

Un disastro visivo

Dauberman sembra avere problemi anche con la regia. Ogni volta che il buio entra in scena, ecco che lo bombarda di luci e colori come se avesse paura dell’oscurità. Ma chi ha detto che il terrore non può essere evocato senza un arcobaleno di luci? Vorrebbe essere un maestro del surrealismo horror, ma il suo film non è altro che una brutta copia di quello che altri hanno già fatto. Se l’intento era quello di creare un’atmosfera angosciante, si è trasformato in un brutto sogno. E noi? Noi rimaniamo qui, a chiederci se esiste una speranza per il futuro del genere.

Il quarto tentativo fallito

In conclusione, Le notti di Salem è un disastro. Un fallimento che, sebbene non sorprenda più di tanto, fa comunque male al cuore degli appassionati di horror. Si tratta del quarto tentativo di adattamento di un romanzo di King e, sinceramente, ci si aspetterebbe qualcosa di più. Siamo sempre in attesa del quinto tentativo, ma chissà, forse sarebbe meglio lasciare i classici al loro posto e cercare storie nuove da raccontare. Ma, alla fine, chi se ne frega? La vita è troppo breve per guardare film brutti. Eppure, eccoci qui, a parlare di un film che avrebbe dovuto farci tremare e che, invece, ci ha solo fatto sbadigliare.

Scritto da Staff

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