Margarethe Von Trotta: Celebrazione della sua Straordinaria Carriera al Festival del Cinema di Porretta

Scopri l'intervista esclusiva con Margarethe Von Trotta al Festival del Cinema di Porretta, dove ha condiviso le sue riflessioni su Elio Petri e il suo straordinario percorso artistico.

Durante il Festival del Cinema di Porretta, si è svolto un incontro significativo con la regista berlinese Margarethe Von Trotta, che ha ricevuto un’importante retrospettiva in onore della sua carriera. Accompagnata dal suo amico e collega Felice Laudadio, Von Trotta ha condiviso la sua ammirazione per il grande regista italiano Elio Petri, sottolineando l’impatto che i suoi film hanno avuto sulla sua formazione e sul suo lavoro.

Un tributo a Elio Petri

Nel contesto del festival, Von Trotta ha espresso il suo profondo rispetto per Elio Petri, considerandolo uno dei registi più influenti del suo tempo. “I suoi film ci hanno insegnato molto sull’Italia,” ha affermato, “e hanno aperto una finestra su una realtà che non potevamo vedere direttamente.” Questa riflessione è particolarmente significativa, dato che Petri ha presentato in anteprima mondiale il suo celebre film La classe operaia va in paradiso proprio a Porretta nel 1971.

La regista ha ricordato in particolare il film Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, con la straordinaria interpretazione di Gian Maria Volonté, e la musica incantevole di Ennio Morricone, che l’hanno colpita profondamente. “Quando penso a quel film, sento ancora la musica e vedo Volonté,” ha detto con nostalgia.

Ritorno suIl lungo silenzio

Un’altra parte significativa della conversazione è stata dedicata al suo film Il lungo silenzio, che affronta temi complessi come la giustizia e la verità.

“Non lo rivedevo da trent’anni e il suo impatto è stato sorprendente,” ha rivelato. La pellicola, che racconta la storia di una moglie di un magistrato coinvolto in un’inchiesta su un traffico di armi, è stata restaurata e proiettata al festival, riacquisendo la sua attualità.

Von Trotta ha spiegato che l’idea di realizzare il film è emersa dopo la tragica morte di Paolo Borsellino, stimolando in lei una reazione emotiva. “Inizialmente avevo dei dubbi, ma ho compreso che si trattava di un dramma umano universale,” ha aggiunto, ponendo l’accento sull’importanza della connessione tra i personaggi.

Le influenze del cinema

La regista ha anche discusso dell’impatto che il cinema italiano ha avuto sulla sua carriera, pur riconoscendo che il cinema francese ha giocato un ruolo cruciale nella sua formazione. “Quando ero a Parigi negli anni ’50, ero affascinata dalla Nouvelle Vague e dai suoi giovani cineasti,” ha spiegato. Tuttavia, il film Il settimo sigillo di Bergman è stato il vero spartiacque per lei, accendendo la sua passione per il cinema.

La transizione alla regia

Il passaggio alla regia è avvenuto nel 1975 con Il caso Katharina Blum, un progetto nato in un contesto in cui le opportunità per le registe donne erano limitate. “Era difficile per noi donne iniziare come i nostri colleghi maschi,” ha osservato, aggiungendo che la sua esperienza come attrice le ha fornito strumenti preziosi per lavorare con gli attori.

“So esattamente di cosa hanno bisogno, e quanto sia importante la pazienza nel dirigere,” ha affermato. Questo approccio le ha permesso di creare un ambiente di lavoro più collaborativo e rispettoso.

Riflessioni sul cinema contemporaneo

Quando le è stato chiesto di esprimere un giudizio sul cinema tedesco contemporaneo, Von Trotta ha risposto con una certa disillusione, definendolo “normale” e privo di opere eccezionali. “Ci sono alcuni giovani talenti promettenti, ma non vedo un movimento come quello che abbiamo vissuto noi,” ha detto, richiamando alla memoria la generazione di cineasti come Fassbinder, Herzog, e Wenders.

Un tributo a Rosa Luxemburg

Infine, ha parlato della sua opera su Rosa Luxemburg, un progetto che inizialmente appartenne a Fassbinder. “Ho avuto bisogno di tempo per comprendere chi fosse realmente,” ha spiegato, sottolineando la sua volontà di dare voce a una figura storica spesso semplificata. “La mia ricerca mi ha portato a Berlino Est, dove ho potuto accedere a documenti preziosi,” ha aggiunto, evidenziando l’importanza di restituire dignità ai personaggi storici.

Nel contesto del festival, Von Trotta ha espresso il suo profondo rispetto per Elio Petri, considerandolo uno dei registi più influenti del suo tempo. “I suoi film ci hanno insegnato molto sull’Italia,” ha affermato, “e hanno aperto una finestra su una realtà che non potevamo vedere direttamente.” Questa riflessione è particolarmente significativa, dato che Petri ha presentato in anteprima mondiale il suo celebre film La classe operaia va in paradiso proprio a Porretta nel 1971.0

Scritto da Marco Santini

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