Riscoperta di sé: il viaggio interiore in Clear Nights

Un'opera che esplora le dinamiche familiari e la ricerca di identità

Un viaggio attraverso le crisi personali

Il film Clear Nights, diretto da Paulo Filipe Monteiro, si presenta come un’opera intensa e profonda, capace di esplorare le complessità delle relazioni familiari e il delicato processo di riscoperta di sé. La narrazione ruota attorno a due protagonisti, Lidia e Lauro, i quali, affrontando le loro crisi personali, si ritrovano a dover fare i conti con il proprio passato e con le aspettative sociali. Lidia, in particolare, si trova a vivere una crisi post-partum che la allontana dalla sua vita precedente, mentre Lauro, segnato dalla depressione e dalla sua bisessualità, cerca un modo per riconnettersi con la sua identità.

Il linguaggio del corpo come espressione di dolore

Una delle caratteristiche più affascinanti di Clear Nights è l’uso del corpo come mezzo di comunicazione. La recitazione di Romeu Runa, che interpreta Lauro, è un esempio lampante di come il movimento possa esprimere emozioni profonde. La sua danza, che si trasforma in un linguaggio del corpo, diventa una richiesta di aiuto e un atto di vita. Questo contrasto tra il lavoro in un’agenzia funebre e il desiderio di vita di Lauro è palpabile, creando un’atmosfera di tensione e speranza. La danza spirituale rappresenta un momento cruciale per il protagonista, un’opportunità per lasciarsi andare e aprirsi a nuove esperienze.

La fotografia come rifugio e prigione

Beatriz Godinho, nel ruolo di Lidia, offre una performance altrettanto potente. La sua passione per la fotografia diventa un simbolo della sua lotta interiore. Inizialmente, scattare foto rappresenta un modo per connettersi con il mondo, ma con la nascita della figlia, questa passione si trasforma in un peso. La scena in cui mostra al compagno le immagini della bambina che piange è emblematica: un momento di comicità che svela la sua frustrazione e il suo esaurimento. La colonna sonora, curata da Jorge Monize, accompagna queste scene con toni corali che amplificano l’emozione, rendendo il pubblico partecipe della sua sofferenza.

Un’ambientazione che riflette l’alienazione

Il contesto di Lisbona, con i suoi palazzi moderni, contribuisce a creare un’atmosfera di alienazione e vuoto. Monteiro riesce a catturare un lato inedito della città, lontano dai cliché turistici, rendendo l’ambientazione un personaggio a sé stante. Le scene in spazi vuoti, in cui Lidia esprime la sua rabbia e impotenza, sono un chiaro richiamo alla solitudine e alla ricerca di un senso di appartenenza. La mancanza di comunicazione tra i due fratelli, fino al loro riavvicinamento, sottolinea l’importanza del dialogo e della comprensione reciproca.

Scritto da Redazione Cineverse

Lascia un commento

Il cinema come riflessione sulla storia e l’identità culturale

Margherita Vicario e il suo viaggio nel cinema italiano