Sylvia Chang e Daughter’s Daughters: un viaggio nel cinema asiatico

Un viaggio nel mondo del cinema asiatico con Sylvia Chang e il suo nuovo film Daughter’s Daughters.

Il premio e la masterclass di Sylvia Chang

Durante l’ultima edizione del Far East Film Festival, l’attrice e regista taiwanese Sylvia Chang ha ricevuto il prestigioso Gelso d’Oro alla carriera, affiancata dal noto regista Tsui Hark. Questo riconoscimento ha messo in luce il suo contributo significativo al panorama cinematografico asiatico. In seguito alla premiazione, Chang ha tenuto una masterclass affascinante, dove ha condiviso il suo percorso artistico e professionale, rivelando aneddoti e riflessioni sulla sua carriera.

Il film Daughter’s Daughters

Accompagnata dal regista Huang Xi, Sylvia ha presentato il suo film Daughter’s Daughters, un progetto che ha richiesto anni di lavoro e dedizione. Inizialmente concepito prima della pandemia, il film ha subito ritardi e difficoltà a causa del Covid-19, portando Sylvia a prendere in mano anche la produzione. La pellicola si ispira a storie vere di amiche della regista che hanno affrontato la fecondazione in vitro. “Mi piace il fatto che questo progetto metta in luce l’imperfezione della vita, mostrando come le esperienze tornino indietro, anche quando si cerca di negarle”, ha commentato la Chang.

Un rapporto di fiducia sul set

Il legame tra Sylvia Chang e Huang Xi si è consolidato nel tempo, avendo già collaborato in precedenza alla serie Twisted Strings. “La fiducia reciproca è fondamentale sul set. Abbiamo avuto tanto tempo per costruirla”, ha affermato l’attrice. Dopo anni di lavoro con registi dominanti e autoritari, ha apprezzato l’atmosfera collaborativa di un team tutto al femminile: “È stato stimolante lavorare con donne competenti e tranquille, dove il dialogo era sempre rispettoso e orientato alla concentrazione”.

Riflessioni su Shanghai Blues e il lavoro nel cinema di Hong Kong

Riflettendo sulla sua collaborazione con Tsui Hark in Shanghai Blues, Sylvia racconta: “Era il nostro primo film insieme e per me, abituata a melodrammi, è stato difficile interpretare un personaggio comico e combattivo. Tsui è noto per il suo approccio meticoloso e per le sue richieste di perfezione, talvolta arrivando a ripetere una scena fino a cinquantasette volte. Le lunghe ore sul set ci portavano a lavorare anche di notte, e spesso cambiava i dialoghi all’ultimo minuto, il che portava a momenti di tensione, ma ora lo considero un amico.”

I ritmi di lavoro nel cinema di Hong Kong

Parlando dei ritmi frenetici del cinema di Hong Kong, Sylvia ha descritto come, all’inizio della sua carriera, gli attori lavorassero su più progetti simultaneamente, alternando giornate e notti a produzioni diverse. “Arrivavo sul set senza sapere quale personaggio dovessi interpretare. Ho dovuto smettere, perché non era sostenibile. Oggi le cose sono cambiate, e persino Tsui Hark ha dovuto adattarsi a un approccio più umano, sebbene continui a lamentarsi.”

Il futuro di Sylvia Chang nel cinema

In un’intervista, Sylvia ha rivelato che tornerà dietro la macchina da presa l’anno prossimo, segnando il suo ritorno dopo il film Xiang ai Xiang qin del 2017. “Non ho diretto per un po’ perché non trovavo storie che mi ispirassero. Ho ancora tanto da imparare e molte idee da esplorare; per ora, non penso affatto alla pensione”, ha concluso con entusiasmo.

Scritto da Staff

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