Dampyr – Stiamo ancora parlando di Vampiri?

Dampyr, è l’opera prima del nostro Riccardo Chemello e segna anche l’apertura del Bonelli Comics Universo.

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Lungi da me l’idea di fare quelle recensioni pallose intrise di paroloni gonfi che non vogliono dire una pippa, per cui vado diretto al punto: c’è un motivo perché noi italiani non dobbiamo fare film di un certo genere? Non riesco a capire perché l’italico horror prodotto, sia da subito catalogato di Serie B. Inutile ricordare agli esterofili che il Dario nazionale, quando era in forma, vi ha fatto fare quella cosa addosso?

Dampyr, è l’opera prima del nostro Riccardo Chemello e segna anche l’apertura del Bonelli Comics Universo, se non contiamo i primi Dylan Dog e il Tex di Giuliano Gemma.

Da subito vi dico che il botteghino, a fronte di un forte investimento, ha pianto, ma ha pianto molto.

Dampyr: la trama

Ve la dico, tanto chi ha letto il fumetto sa di cosa parlo, apertura con la nascita del Dampyr. Il Dampyr figlio di un Vampiro e di una mortale viene protetto da tre streghe perché non finisca fatto fuori dal padre, ma cresca e decide del suo destino. Il nostro Dampyr cresce non sapendo, ovviamente, delle sue potenzialità ma fregando la gente del posto, ingannandola, approfittando delle loro superstizioni. Intanto dei soldati vengono fatti a fette dai vampiri e decidono di arruolarlo di forza per vedere se davvero è così potente. Il ragazzo scopre che il suo sangue uccide i vampiri e via, inutile che vi racconto altro.

I Pro

A parte qualche ingenuità, in sé il film regge, i caratteri sono azzeccati anche se un po’ fuori dalle righe, a volte i dialoghi non reggono, non capisci perché succedano delle cose ma il film in ogni caso è godibile. Credo che una grossa mano a questa godibilità sia stata data dal cast, quattro personaggi risultano determinanti:

  • il Dampyr (Wade Briggs) belloccio ma con senso
  • Tesla (Frida Gustavsson) bellissima e magnetica creatura della notte che si allea con il Dampyr
  • Kurjak (Stuart Martin) il macho soldato che deve vendicare la famiglia trucidata
  • Stefan (Ionut Grama) il classico figlio di, che tradisce tutto e tutti.

Nel complesso gli effetti speciali si salvano dando al film un minimo di credibilità. Diciamo che se Underworld è dieci qui siamo alla sufficienza ma va bene, avanti così.

Contro

In ogni film che lavora sul fantastico il problema è il villain, il cattivo di turno. Se il buono, l’eroe, è accettabile, devi per forza contrastarlo e il risultato è che, paradossalmente, i cattivi di Bond erano molto più fighi di James. Qui invece si capisce subito che è un frescone, che il Dampyr sgominerà senza ritegno, tra il ludibrio dei presenti. Il finale aperto ci lascia nel dubbio che ne facciano un altro.

In sostanza Dampyr è un film che va visto anche solo per dare un segnale di incoraggiamento a tutti i cineasti che vogliono uscire dai classici drammi o cinepanettoni tipici della cinematografia italiana degli ultimi anni. Diamo motore al fantastico, dai sì, dai che ce la facciamo.

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