Mary e lo spirito di mezzanotte: la perdita spiegata ai bambini

Mary sogna di diventare una grande chef, incoraggiata dalla nonna. Di fronte alla malattia dell’anziana, la bambina dovrà affrontare un periodo difficile.

Dal regista de La gabbianella e il gatto, Enzo D’Alò, arriva al cinema un nuovo film d’animazione sul valore della memoria, l’elaborazione della perdita e l’importanza della famiglia. Mary e lo spirito di mezzanotte è disponibile nelle sale italiane dal 23 novembre.

Mary e lo spirito di mezzanotte: trama

Irlanda, Mary è una bambina di undici anni che vive insieme alla madre, al padre e ai suoi due fratelli maggiori. Ha una passione sfrenata per la cucina e il suo sogno è quello di diventare una grande chef. Per questo si fa accompagnare dall’amata nonna Emer ad un esame che le permetterebbe di entrare in una prestigiosa scuola dove imparerebbe il mestiere. È proprio l’anziana donna ad incoraggiarla in questo suo percorso, mentre la mamma di Mary appare restia nell’assecondarla. Nel momento in cui la nonna si ammala gravemente, la protagonista dovrà affrontare dubbi e paure, aiutata da una misteriosa donna che sembra conoscere molto bene l’anziana Emer.

L’elaborazione del lutto spiegata ai bambini

Enzo D’Alò torna al cinema con un nuovo film d’animazione: dopo il successo del capolavoro La gabbianella e il gatto, Mary e lo spirito di mezzanotte affronta temi molto delicati, con la tenerezza necessaria perché questi arrivino ai bambini. Si tratta di un adattamento del romanzo dello scrittore irlandese Roddy Doyle, La gita di mezzanotte. Centrale nella narrazione è l’accettazione della perdita di una persona cara. La storia della protagonista si intreccia tra passato e presente, in un groviglio magico che le permette di capire meglio se stessa e le origini della sua famiglia. In questo percorso, Mary impara a riconoscere l’importanza del ricordo, del legame con le tradizioni, in un viaggio che unisce quattro generazioni di donne. La tematica del lutto è affrontata da D’Alò con delicatezza e tenerezza, sottolineando il legame matrilineare che unisce le protagoniste, la connessione fra le quali si concretizza attraverso un libro di ricette. La passione di Mary per la cucina, infatti, porta all’interno della narrazione un elemento tangibile di unione. Le tradizioni culinarie della famiglia producono gesti concreti d’amore, come quello di cucinare un piatto per i propri cari.

Una storia universale

Mary e lo spirito di mezzanotte è ambientato in un’Irlanda suggestiva e colorata, avvolta in un’atmosfera fiabesca. Anche se l’animazione non è sempre convincente, risultano sorprendenti le sequenze oniriche, in bianco e nero. Gli incubi, o per meglio dire le visioni, di Mary sono rappresentate attraverso uno stile scarabocchiato e disordinato, estremamente efficace nel veicolare le paure della bambina.

D’Alò punta ancora una volta, dunque, su un genere che in Italia è molto difficile da produrre, ma riesce ad avere molto successo nel circuito dei festival. Mary e lo spirito di mezzanotte, infatti, è stato presentato sia al Festival del Cinema di Berlino sia al Lucca Comics and Games 2023. D’Alò ha anche vinto il premio per il miglior film d’animazione alla quarantesima edizione del Chicago International Children’s Film Festival ed è candidato nella stessa categoria agli European Film Awards. Questa circolazione di respiro internazionale rispecchia uno sforzo produttivo altrettanto ampio, che ha coinvolto Irlanda, Italia, Germania, Lettonia, Lussemburgo, Regno Unito, Estonia.

Enzo D’Alò riesce a portare sullo schermo una storia universale, che avvicina i bambini a temi delicati. La storia del romanzo di Doyle è resa in maniera semplice, ma dolce, in grado di parlare sia ai più piccoli che agli adulti.

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