Fama nel cinema horror: quanto sei disposto a sacrificare per il successo nel 2025?

Scopri come la ricerca della fama nel cinema porta a compromessi inquietanti.

In un’epoca in cui la fama viene venduta come una merce qualsiasi, ci si chiede: qual è il vero prezzo del successo? La ricerca della notorietà nel mondo del cinema, specialmente in quello horror, è un viaggio tortuoso, dove i protagonisti sono spesso disposti a tutto pur di emergere dall’anonimato. Pensate a Sarah Walker, la cameriera di Starry Eyes, che sacrifica la sua anima per un semplice provino. Che schifo, vero? Eppure, è solo la punta dell’iceberg. Siamo tutti testimoni di come la fama possa trasformarsi in un incubo.

Il patto con il diavolo nel cinema

La celebrità, sotto la sua lucente patina, nasconde una verità scomoda: è un affare asimmetrico, dove l’idolo e il fan non si incontrano mai veramente. In Storia della fama, Alessandro Lolli descrive questo fenomeno in maniera inquietante: il fan sa tutto dell’idolo, ma quest’ultimo non ha idea di chi sia il suo ammiratore. Insomma, il fan vive in una bolla di illusione mentre l’idolo, come un fantasma, vaga per il suo mondo dorato. È qui che il cinema horror entra in gioco, con il suo amore per il soprannaturale e il faustiano patto col diavolo. Un esempio? Il fantasma del palcoscenico, dove il protagonista, sfigurato e derubato, diventa il simbolo di un’industria spietata. Ma chi se ne frega, giusto?

I compromessi in nome della gloria

La fama, si sa, non è mai gratis. In MaXXXine, i personaggi si trovano a dover affrontare le Forze del Male per raggiungere il successo. È un tema ricorrente: il sacrificio umano, il tradimento, la manipolazione. Dalla giovane popstar di Smile 2, che si arrende all’Entità della fama, alla cinquantenne Elisabeth Sparkle di The Substance, che firma un contratto con una multinazionale biotech. Cosa c’è di più squallido? La verità è che la celebrità è un gioco sporco, un mercato truccato dove i gatekeeper come Swan di De Palma si nutrono delle aspirazioni altrui.

Il fandom: da ammirazione a odio

Ma non è finita qui. Il confine tra fandom e odio è sottile come un filo di rasoio. In Misery, Annie Wilkes non si limita a idolatrare Paul Sheldon; lo tortura, lo costringe a scrivere storie che soddisfano le sue perverse fantasie. Questo porta a una domanda inquietante: che cosa succede quando un fan decide di non accettare l’evoluzione del proprio idolo? In Perfect Blue, la cantante Mima Kirigoe diventa vittima di un fanatico che non tollera il suo cambiamento. È un ciclo di violenza e ossessione che ci fa riflettere su quanto possa essere tossico il culto della celebrità.

Il futuro della fama: social media e influenze

La fama del XXI secolo ha preso una piega diversa. Oggi, siamo tutti un po’ famosi. Grazie a Facebook e YouTube, la nostra visibilità si misura in like e follower. E se un tempo Andy Warhol parlava di quindici minuti di fama, ora la maggior parte di noi è “famosa” per un gruppo di amici online. La nostra immagine è diventata un prodotto da consumare. Eppure, il cinema rimane ancorato a vecchi schemi, spesso deridendo i nuovi influencer. Opus non esita a mostrare il lato oscuro della popolarità, mentre Influencer di Harde esplora la pericolosità delle relazioni online. Dopotutto, chi non ha mai sognato di diventare una celebrità, anche a costo di perdere un pezzo della propria anima?

In un’epoca in cui il confine tra realtà e finzione è sempre più labile, ci si chiede: cosa siamo disposti a sacrificare per un briciolo di notorietà? La risposta, chiaramente, è tutto. Ma chi se ne frega, finché ci si diverte.

Scritto da Staff

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